di André Dorval omi
tradotto e adattato da Nino Bucca omi
Ovide Védrenne |
Ovide
Védrenne nacque in Francia nel 1831. Dotato di straordinaria intelligenza, ma
assai pigro, fu uno studente brillante. Entrò giovanissimo nelle file
della massoneria e prese parte ai moti rivoluzionari del 1848. Arrestato e poi
rilasciato, decise di fare la scuola militare, distinguendosi per scappatelle di ogni genere. A vent’anni si arruolò fra gli zuavi d’Africa, dove
continuò a farsi notare per la pessima condotta, ma anche per il coraggio che
gli valse numerose medaglie, da lui ritenute ferraglia. Nominato sergente tre
volte, tre volte fu degradato per insubordinazione. “Era un diavolo”, dirà di
lui un compagno.
Quando
le epidemie si abbatterono sull’esercito di Crimea, si mise al servizio dei
malati e contrasse il tifo. Di fronte alla grave situazione della sua salute il
cappellano militare provò a convertirlo. Fu ovviamente respinto.
Tuttavia, il carattere perseverante e mite di una Suora della Carità riuscì a
fargli accettare una medaglia della Madonna, che finirà col portare sempre: gli aveva ottenuto la salute del corpo e dell’anima.
Il
giorno in cui fu firmata la pace il nostro scavezzacollo, lontano dai campi di
battaglia e disgustato dalla vita civile, decise di tirarsi un colpo in testa.
Il suo migliore amico, che aveva preso la stessa decisione, utilizzò per primo
l’unica pistola che avevano. Védrenne si apprestava a sparare il colpo fatale,
quando alcuni amici, richiamati dalla prima detonazione, riuscirono a fermarlo
e a convincerlo a rinunziare al suicidio.
Alcuni
giorni dopo, mentre passeggiava sulla Cannebière, la famosa strada di
Marsiglia, senza soldi e disperato, incontrò un prete, che apostrofò a
bruciapelo: “Voglio confessarmi, ma non con te, perché sei troppo giovane”. Il
prete allora lo condusse da padre Louis Genthon, un Oblato cappellano della
chiesa del Calvario.
Terminata
la confessione, il curioso penitente si mise ad osservare il religioso.
- “Lei non è come tutti gli altri preti. Porta un crocifisso alla cintura come fosse una pistola…”.
- “È perché appartengo ad un ordine religioso, chiamato Missionari Oblati di Maria Immacolata”.
- “Eh? Cosa sta dicendo? Missionari… Si sentono paesi lontani e vita rude… E Maria è la vostra generale? Ci sarebbe modo di entrare nel vostro corpo?”.
- “Forse, ma questo riguarda il Provinciale”.
- “Il Provinciale? Cioè il capitano di reclutamento?”.
- “Sì, giusto…”.
Il
Provinciale era padre François-Xavier Bermond, un ex missionario d’America, che
accolse il convertito con simpatia e, dopo alcuni giorni di discernimento, lo
orientò al noviziato di Notre Dame de l’Osier.
Nonostante
avesse già 35 anni, Védrenne iniziò a mettere in pratica la regola, osservando fedelmente
le esigenze della vita religiosa. Ordinato sacerdote, l’ex militare fu inviato
a Ceylon (l’odierno Sri Lanka), dove per una ventina d’anni edificò confratelli
e fedeli. “Perdonami, Signore, – soleva ripetere – ah se ti avessi incontrato
prima”.
Nel
1888 si ammalò gravemente. Intuendo che la fine era vicina, un confratello
cercò di consolarlo con queste parole: “Padre Védrenne, lei ama la Madonna,
vero?”. “E chi ha detto il contrario? Uno zuavo non trema davanti alla morte.
Stamani ho avvertito il buon Dio di prepararsi ad accogliere un famoso birbante…”.
Morì
con coraggio e audacia, così come aveva vissuto, all’età di cinquantasette
anni.
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