Come evitare un divorzio

di André DORVAL omi
tradotto e adattato da Nino BUCCA omi

La Columbia Britannica è la provincia canadese più a ovest. Prima ancora che si unisse alla confederazione del Canada nel 1871, molti Oblati di Maria Immacolata vi hanno lasciato un segno della loro presenza. Fra di loro va menzionato padre Léon Fouquet. Eccellente teologo di origine francese, fu il primo prete a celebrare la messa a Vancouver nel 1860. Forte e mite ad un tempo, consacrò cinquantatré anni della sua vita al servizio degli oriundi di questa regione e seppe far rispettare le esigenza della morale cattolica anche con un pizzico di originalità.
Tra le sue maggiori difficoltà ci fu il fare accettare alle tribù indigene l’indissolubilità del matrimonio. Una volta, per evitare un divorzio, dovette far ricorso ad un astuto stratagemma. Oggi, il metodo usato non sarebbe certamente e giustamente accettato, ma padre Fouquet poteva permetterselo.
Ecco i fatti. Per far capire agli indiani che dovevano restare fedeli a una sola donna, dopo averla legittimamente sposata, il nostro missionario ebbe finalmente la consolazione di benedire l’unione di un’anziana coppia che offriva all’apparenza serie garanzie di perseveranza. I novelli sposi provarono così la grande gioia di poter ricevere l’Eucaristia. “Questo matrimonio – diceva padre Léon – è solo l’inizio; l’esempio contagia e altri seguiranno”.
La primavera successiva, però, nel periodo del ritorno delle oche, la coppia si presentò alla missione. “Padre – esordì l’uomo – stringendogli la mano, avevo proprio voglia di rivederti. L’inverno è stato duro, sai… duro e lungo! La donna che mi hai data è diventata insopportabile. Impossibile continuare a starle accanto. Ora bisogna che ci smariti. “Sì – aggiunse a sua volta l’anziana – smaritaci al più presto. Seguì da parte di entrambi una litania di lagnanze e motivazioni assai futili.
Padre Fouquet, che durante queste geremiadi, aveva elaborato il suo piano, replicò con voce grave: “Poveri figlioli! Posso certamente cercare di smaritarvi, ma sarà un processo laborioso e doloroso”.
“Ah, certamente meno duro di continuare a vivere insieme” – reagirono i due. "Svelto smaritaci!".
“Visto che ci tenete tanto, andate in cappella, allora. Vi seguo”.
Qualche minuto dopo, infatti, li raggiunse, armato di breviario e di aspersorio. I due anziani erano inginocchiati davanti all’altare. Padre Fouquet si mise a sedere di fronte a loro, fece un ampio segno della croce e iniziò a recitare i salmi. Alla fine di ogni salmo prendeva l’aspersorio e, dopo averlo immerso nell’acquasantiera, dava un colpetto secco prima sulla testa dell'uomo e poi su quella della donna. Quindici salmi… quindici colpi di aspersorio! Di tanto in tanto i due si toccavano sulla parte colpita, ma nessuna riflessione, nessuna domanda: niente faceva presagire un cambiamento di intenzioni.

“Aspettatemi qualche minuto, torno fra un po’ per continuare a smaritarvi”.
Dopo aver fumato una buona pipa, il padre rientrò, portando stavolta un libro di letture. Nel momento in cui fece per prendere l’aspersorio, l’anziano gli afferrò il braccio e gli chiese animatamente: “Ci vuole ancora molto per smaritarci?”.
“Dipende dalla resistenza della tua testa e da quella della testa di tua moglie. Vedi, dato che il matrimonio può essere sciolto solo dalla morte, devo continuare fino a quando uno di voi due s’accascerà a terra”.
“Ah, se le cose stanno così, padre, meglio restare come siamo. Che ne pensi, cara?”.
“Sì, molto meglio – rispose la donna anziana - come ti ho detto poco fa, quando il padre era fuori”.
Tornarono, dunque, a casa loro felici.
Da allora, sembra che nessun indiano sia più andato a dire a padre Fouquet: “Smaritaci”.