Eugenio de Mazenod - Fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata

Sant'Eugenio de Mazenod.
Aix-en-Provence, 3 marzo 1813. Nella chiesa della Maddalena, di buon mattino, un giovane sacerdote di 31 anni si rivolge all'assemblea in lingua provenzale: "E voi, artigiani, cosa siete per il mondo? Una classe di persone destinate a passare la vita nell'esercizio faticoso di un lavoro oscuro, che vi rende succubi, sottomettendovi ai capricci di coloro per i quali vi adoperate. Domestici, cosa siete voi per il mondo? Una classe di persone schiave di coloro che vi pagano, esposte al disprezzo, all'ingiustizia e spesso addirittura al pessimo trattamento di padroni esigenti e a volte barbari, che credono di poter comprare, con il misero salario che vi passano, il diritto di essere ingiusti con voi. E voi, coltivatori, contadini, cosa siete per il mondo? Per quanto utile sia il vostro lavoro, siete apprezzati solo per il valore delle vostre braccia e, se si tien conto, ancora a malincuore, del vostro sudore, è solo perché feconda la terra, innaffiandola".Questo giovane sacerdote si chiama Eugenio de Mazenod e il suo linguaggio somiglia a quello di un rivoluzionario. Tuttavia, figlio di un nobile Presidente della Corte dei Conti, dalla grande rivoluzione ha semplicemente ereditato, ancora bambino di 8 anni, un esilio in Italia, che lo condurrà da Torino a Venezia, e da Napoli a Palermo, fino al 1802, anno del ritorno in Francia.Il 27 marzo 1807, un Venerdì santo, fa nelle lacrime, davanti ad un crocifisso, l'esperienza dell'amore di Dio. Il suo sguardo sulla realtà è allora quello di Cristo, alla luce del mistero pasquale: "Venite ora e imparate da noi quel che siete agli occhi della fede. Poveri di Gesù Cristo, afflitti, infelici, sofferenti, infermi, coperti di piaghe, voi tutti che la miseria opprime, fratelli miei, miei cari fratelli, miei rispettabili fratelli, ascoltatemi! Voi siete figli di Dio e fratelli di Gesù Cristo, parte eletta della sua eredità".È un carattere forte, Eugenio, vivace e impetuoso, dai desideri ardenti, fermo nei propositi, integro nei voleri e nei sentimenti. È entrato nel seminario di Saint Sulpice a Parigi nell'ottobre del 1808. Dopo l'ordinazione sacerdotale a Amiens la vigilia di Natale del 1811, di ritorno a Aix, non ha mai cessato di prendere delle iniziative per annunciare il Vangelo. Assieme ai poveri, una parola di fronte alla quale non è capace di resistere, sono particolarmente i giovani ad essere oggetto della sua sollecitudine.Ben presto si rende conto di non poter assolvere da solo a questo enorme compito. Il 25 gennaio 1816 i sacerdoti de Mazenod e Tempier cominciano la loro vita comune nell'ex Carmelo di Aix e assieme ad altri tre compagni indirizzano una supplica ai Vicari Generali Capitolari, dove domandano di formare una comunità regolare di missionari.Dieci anni dopo, il 17 febbraio 1826, Papa Leone XII° approva le Costituzioni di questa nuova Congregazione missionaria: i "Missionari di Provenza", per ispirazione dello stesso Fondatore, sono divenuti "Oblati di Maria Immacolata", nome che p. de Mazenod definisce come "un passaporto per il cielo e un segno di predestinazione".Nel 1837, Eugenio è nominato vescovo di Marsiglia. Come pastore di una Chiesa che viveva un forte momento di crescita ed essendo nello stesso tempo superiore di un gruppo di missionari molto attivi, mons. de Mazenod deve farsi "tutto a tutti", riuscendo a dare un forte impulso a ogni settore della sua diocesi.La piccola Congregazione inizia anche a conoscere un periodo di grande espansione. Eugenio riceve molte domande dall'estero e, nonostante il ridotto numero di membri, risponde nella fede. Nel 1841 partono i primi Oblati per il Canada. Non passerà molto tempo prima che raggiungano, attraversando le vaste pianure dell'Ovest, il circolo polare. Seguono altri paesi: l'Inghilterra nel 1842, gli Stati Uniti e Ceylon nel 1847, l'Africa del Sud nel 1851 e l'Irlanda nel 1855.Poco prima della sua morte, avvenuta il 21 maggio del 1861, Eugenio si rivolge a quanti gli stanno attorno: "Se mi assopisco o se mi aggravo, vi prego di risvegliarmi. Voglio morire sapendo che muoio. Le ultime parole agli Oblati sono un testamento che riassume tutta la sua vita: "Mettete in pratica tra di voi la carità, la carità, la carità, e fuori lo zelo per le anime".Oggi gli Oblati di Maria Oblati di Maria Immacolata, chiamati a "seguire le orme degli Apostoli", operano in 65 paesi nei cinque continenti.

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